Banksy_Napoli

Banksy a Napoli: la beata Ludovica Albertoni e la Madonna con la pistola

LUCA GRECO – Nonostante siano passati più di 10 anni, il passaggio di Banksy a Napoli ha lasciato orme profondissime in città. Un’eredità artistica e culturale, più viva che mai, che si fonde con l’immensa bellezza del capoluogo campano. È proprio da questa tappa che partirò per ricostruire l’itinerario che ha portato lo street writer più celebre del mondo a realizzare i suoi primi due graffiti in Italia: la rappresentazione della beata Ludovica Albertoni del Bernini e la celebre Madonna con la pistola.

Banksy e la Santa Teresa del Bernini

Nel 2010 Banksy realizzò di fronte al chiostro di Santa Chiara, nei pressi di Via Benedetto Croce, una singolare interpretazione dell’estasi di Ludovica Albertoni (Santa Teresa) del Bernini. Il graffito rappresentatava la beata distesa con in grembo una Coca Cola, delle patatine fritte e un panino, simboli per eccellenza della società consumistica capitalista. L’opera purtroppo è andata immediatamente perduta perché coperta da un writer napoletano con un grande murales. Ancora oggi, nessuno sa dire con certezza se questo atto vandalico sia stato eseguito consapevolmente.

La Madonna con la pistola di Banksy

Banksy_Napoli_La_Madonna_con

In piazza dei Gerolomini, a breve distanza dal Duomo di Napoli, troviamo il secondo graffito del nostro tour napoletano. In questo caso fa molto riflettere la presenza di una pistola sopra la Madonna, al posto dell’aureola. La rappresentazione di Banksy del soggetto vuole rispecchiare le mille contraddizioni sociali di un luogo, dove il sacro e il profano (in questo caso la criminalità organizzata) hanno spesso rappresentato due facce della stessa medaglia. Lo sguardo della Madonna rivolto verso l’alto, segno di profondo dolore e disapprovazione, porta con sé un potente messaggio di denuncia sociale, come solo Banksy sa fare.

Analogamente al graffito di Santa Teresa, anche La Madonna con Pistola rischiava di andare perduta davanti all’indifferenza generale. Per tanto, troppo tempo il graffito di Banksy ha convissuto con il degrado urbano, fino a quando un ragazzo di diciotto anni di San Giorgio a Cremano, Alessandro Bello, organizzò una petizione tramite Change.org intitolata: “Proteggiamo l’unica opera di Banksy in Italia”. L’appello raccolse 7300 firme in poco più di due settimane. Alla fine di questa vicenda la protezione in vetro è stata installata da un privato cittadino in attesa che l’Osservatorio sulla Creatività Urbana – Inward e il Comune decidano di restaurare l’opera.

Banksy_Napoli

Perché Banksy ha scelto Napoli?

Ma perché lo street writer più famoso al mondo ha scelto di lasciare il suo segno in Italia proprio nella città partenopea?

Tra la street art e Napoli sussiste da sempre un legame fortissimo. Basta camminare per i suoi quartieri per imbattersi negli straordinari capolavori di noti street artist come Jorit, Roxy in the box, Cyop&Kaf, Bosoletti, Blub, Zilda, Leticia Mandragora, Exit enter, solo per citarne alcuni.

Occorre, poi, sottolineare anche il fatto che Napoli storicamente è sempre stata una città che ha accolto a braccia aperte grandi artisti del passato. Negli anni ‘80, per esempio, grazie al noto gallerista Lucio Amelio, artisti come Beuys, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Miquel Barcelò, Michelangelo Pistoletto, Enzo Cucchi, Mario Merz e Mimmo Paladino diedero vita proprio nel capoluogo partenopeo a una delle collezioni più importanti al mondo di arte contemporanea: “Terrae Motus”.

Che cosa resta di Banksy a Napoli?

Come cantava Pino Daniele nel 1977, Napoli è tantissime cose. È una città difficile da raccontare con poche parole, figuriamoci con un graffito.

In questo contesto ricco di contraddizioni e culturalmente così dinamico, Banksy è stato in grado di ascoltare l’anima della città, le storie della gente e di tradurle in un grandioso messaggio sociale e artistico universale. Santa Teresa e La Madonna con Pistola altro non sono che due importanti capitoli che si vanno ad aggiungere a quel meraviglioso racconto scritto sui muri, che è la street art, espressione non solo contraddizioni sociali e politiche, ma anche di sogni e desideri, a colori o in bianco e nero, di come vorremmo che fosse la nostra città. E Napoli, oggi, forse anche grazie a Banksy e alla street art, è più bella di ieri.

Lascia un commento