Nelle notti del 31 Luglio e del 1 Agosto Teana (PZ) diventa Capitale europea della Cultura per un Giorno: all’interno del Percorso museale all’aperto delle sculture monumentali di Marino di Teana (SPKM 0.9) i visitatori saranno immersi nell’immaginario futuribile dell’artista lucano, dove le più innovative tecnologie visive digitali verranno impiegate al fine di superare l’ostacolo linguistico delle traduzioni. Le 5 sculture di Marino prenderanno vita grazie allo strumento interattivo del Video-Mapping. Alcune di esse – come Mediterraneo, Nave nello spazio e Federico II – rappresenteranno l’occasione per confrontarsi sul tema delle aspettative future per l’Unione Europea.

Luca Greco
Può l’infinito variare delle cose della nostra esistenza essere riconducibile ad un ordine uguale per tutti?
“Tutto quel che si conosce – recita una massima di Filolao – ha un numero: senza il numero non sarebbe possibile né pensare, né conoscere alcunché”.
Nel corso della storia dell’uomo i più grandi matematici, scienziati, filosofi e artisti hanno descritto la natura e l’universo con il linguaggio matematico e con i concetti della geometria. L’universo e la natura da sempre sono stati interpretati come un grande libro da leggere. Pitagora è stato il primo a chiamare l’universo “cosmo” alludendo proprio all’ordine e alla razionalità che il termine greco significa. I numeri hanno una realtà. Per i pitagorici il numero aveva un legame intrinseco con le cose, con i fenomeni e gli eventi della vita reale. Per Galileo, ad esempio, il linguaggio della natura è la geometria: tutto ha una struttura geometrica. Nel Filebo Platone ci dice che questo mondo è fatto di forme imperfette perché le vere forme sono quelle che stanno nell’iperuranio, nel mondo delle idee (eidos = forme), un mondo costituito da forme ideali. Il mondo così come lo vediamo non è altro che la rappresentazione imperfetta delle idee e l’arte a sua volta è una rappresentazione imperfetta della rappresentazione degli oggetti del mondo.
Simili considerazioni valgono anche per molti altri artisti moderni, dove all’interno delle loro opere appaiono evidenti contenuti geometrici. L’arte di Marino di Teana ha una importante funzione conoscitiva ed è figlia di queste straordinarie intuizioni e visioni del passato. Il problema dello spazio costituisce per lui una questione di fondamentale importanza da affrontare e alla quale dedicare la sua intera vita. Tutta la sua creazione artistica (pittorica e scultorea) è, infatti, rappresentazione della sua teoria dello spazio. Tutto è energia. Ci muoviamo continuamente all’interno di un grande spazio energetico, formato di sacche e cariche di segno positivo e di altre di segno negativo che si incontrano in sacche di segno neutro e formano la materia, la quale altro non è che energia addensata.Per Marino esiste un rapporto simbolico tra i volumi e lo spazio, dove quest’ultimo deve avere lo stesso valore della massa. Questo spazio viene chiamato dall’artista “spazio energico”. All’interno delle sue opere lo spazio ha la funzione di disintegrare la massa e mantenere uniti gli elementi secondo l’equazione 1+1=3 (massa – spazio – massa = triunità). Quest’equazione definisce l’intuizione triunitaria di Marino e spiega come lo spazio presente tra due volumi abbia pari dignità (lo stesso valore in rapporto alla massa) rispetto alle due forme.
Ripercorrere questo itinerario artistico lungo le strade di Teana è un po’ come rivivere l’immaginario creativo di Marino. Come vedremo, le emozioni vissute durante la sua infanzia, i ricordi di quei posti svolgeranno un ruolo determinante per capire la sua arte.
LE OPERE
OMAGGIO AL MEDITERRANEO, 1966 – acciaio corten con patina inox, 487x204x287 cm
Omaggio al Mediterraneo (1966) ci conduce dritti al cuore del processo creativo di Marino di Teana. Quest’opera, infatti, rappresenta la celebrazione delle sue radici, delle sue principali fonti d’ispirazione, dei suoi sogni e incarna una profonda esigenza di sintesidi chiara ispirazione pitagoriana. La realtà viene qui spogliata dal senso comune e cessa di essere mera rappresentazione del sensibile. Ogni elemento della realtà viene scomposto e ridotto all’essenzialità della forma: piani, prismi e semicerchi stanno tra loro in rapporti (o logoi) armonici e partecipano così al misterioso ordine dell’universo.
All’interno di questa scultura Marino disintegra la massa di un cerchio per ricreare nello spazio il movimento armonioso delle onde del mare. L’artista lucano ha il merito di tradurre le sue intuizioni matematiche e geometriche in un’opera d’arte: applica la sua equazione 1+1=3 alla massa, dove i due semicerchi posti l’uno accanto all’altro in realtà non sono mai separati, ma uniti dallo spazio. Questa rottura altro non è che liberazione di pura energia, di una forza vitale che avvolge l’intera creazione e lega tra loro il cerchio spezzato, un prisma orizzontale e un’ampia superficie piana posta al di sopra di un’altra superficie meno estesa ma più elevata, attraversata da due porte di larghezza differente.
Con la stessa intensità della forza creatrice della natura che modella ogni cosa, Marino dà dunque forma allo spazio, che diventa all’interno di quest’opera d’arte il protagonista indiscusso: “lo spazio per me è un’energia continua. Io libero lo spazio interno totalmente per ottenere una relazione nuova fra il volume e lo spazio. In realtà il vuoto non esiste. Per me non c’è vuoto possibile nello spazio, perché questo è sempre un’energia vivente”.
Omaggio al Mediterraneo è anche un tentativo di comprensione del mondo e di conoscenza dei rapporti armonici esistenti tra le cose, tra lo spazio illimitato e quello limitante, al fine di disvelare il mistero della creazione (il Mediterraneo ha dato origine nel corso della storia a civiltà che hanno segnato il destino dell’uomo): “questa scultura ispira tanta serenità: il cerchio spaccato o disintegrato […] riposa su quella superficie piana che potrebbe essere il mare, e allo stesso tempo sembra innalzare le braccia al cielo, al cosmo energetico, da dove tutto si origina e dove tutto finisce” (Tratto dall’intervista di Giorgio Segato a Marino di Teana, Periplo della scultura di Marino di Teana nel suo paese natale: Teana, p. 21).
La proiezione: il Mediterraneo, storicamente luogo di accoglienza rappresenta un posto dove abitare. All’interno del suo bacino culture differenti hanno convissuto tra loro mantenendo la propria identità e aspirazione senza mai annullarsi. Le onde del mare si fondono con l’insieme delle forme geometriche della scultura generando quel senso di tranquillità e di pace tanto ricercato da Marino. Il mare evocato dalle geometrie mariniane diventa espressione simbolica dello spazio energetico che al contempo divide geograficamente queste culture e li unisce facendole dialogare tra di loro sotto un unico grande abbraccio. L’arte, tuttavia, non ha solamente una funzione rasserenante. Lo scopo della proiezione è quello di indurre a riflettere sulla contemporaneità,lasciando al fruitore significative riflessioni intorno al senso antico e attuale di questo mare, divenuto oggi un luogo di sogni e speranze senza nome e senza più vita. Il movimento del mare sarà accompagnato, quasi per contrasto, dalle tragiche notizie di imbarcazioni affondate durante la traversata di migranti.

NAVE NELLO SPAZIO, 1990 – Marmo di Carrara, 353x130x305 cm
Il valore artistico di un’opera dipende dalla sua capacità di rappresentare o meno un mondo nuovo, in senso profetico, e provare ad «abitarci». L’opera d’arte secondo la visione mariniana non possiede il carattere dell’arbitrarietà. La sua novità coincide con la costruzione di un mondo rigorosamente retto da una «legalità» che sia in grado di riflettere il perfetto ordine del cosmo. È proprio questo il caso della Nave nello spazio di Teana.
Quest’opera è la prima scultura monumentale creata da Marino in Italia. Essa rappresenta un nuovo modo di concepire l’urbanistica caratterizzato dalla perfetta sintesi tra scultura e architettura. All’interno di questa scultura-architettonica ogni elemento geometrico gioca con lo spazio e partecipa insieme alla luce riflessa e l’acqua alla creazione di rapporti armoniosi. Anche in questa scultura lo spazio vitale svolge un ruolo di primaria importanza: è lo spazio che determina la forma delle masse che esso penetra. Marino infatti libera lo spazio e lo lascia circolare dentro e fuori la massa creando un dialogo armonico di intervalli energetici pieni e vuoti.
La proiezione: il tema della navicella spaziale è certamente uno dei temi maggiormente ricorrenti all’interno dell’immaginario artistico di Marino di Teana. Molti, infatti, sono i dipinti e le sculture monumentali che fanno parte della serie delle navi spaziali in giro per il mondo. Si tratta di un’immagine che incarna il suo desiderio adolescenziale di viaggiare oltre quegli sterminati spazi della Basilicata che hanno caratterizzato la sua infanzia. Essa esprime il senso di continuità che esiste tra spazio fisico, psichico e cosmico. Si tratta di un veicolo realizzato affinché la mente possa viaggiare nello spazio alla ricerca di valori: “Noi siamo nello spazio cosmico vitale nel quale si azzera lo spazio fisico che in fondo altro non è che energia e quindi spazio cosmico energetico elettroliquido fluido trasparente” (Tratto dall’intervista di Giorgio Segato a Marino di Teana, Periplo della scultura di Marino di Teana nel suo paese natale: Teana, p. 15). Se da un lato questa immagine rappresenta per Marino il desiderio di voler oltrepassare i limiti spaziali della sua terra natia; dall’altro lato rappresenta simbolicamente anche un ritorno alle origini dell’artista Lucano. Verrà, pertanto, generato un collegamento tra due navi spaziali collocate a Teana e a Parigi – due luoghi particolarmente significativi per l’artista lucano – al fine di celebrare il suo grande sogno: azzerare spazio fisico per compiere un viaggio a bordo della sua Nave spaziale.

OMAGGIO A FEDERICO II 1959 – Bronzo – 125x70x215 cm
Il monumento ai caduti di Teana raffigura Federico II a cavallo. L’interesse di Marino per l’imperatore svevo affonda le radici nell’immaginario popolare lucano (saga tramandata nella regione del Vulture) e nelle storie che sua nonna amava raccontare durante le lunghe sere d’inverno davanti al focolare, dove Federico II veniva raffigurato a cavallo cacciare con i suoi falchi nei pressi del castello di Lagopesole e di quello di Teana.
Spinto da lontani ricordi d’infanzia l’artista lucano riscopre la grandezza della sua figura per il quale inizia a coltivare una profonda ammirazione.Uomo libero, di straordinario ingegno – fece costruire “il più bel canto poetico dell’architettura come omaggio alla cosmologia universale”, Castel del Monte -ispirato dai principi dell’arte e della creatività, Federico II nel corso della sua vita ha avuto il coraggio di sfidare la sorte e i potenti del suo tempo in nome dei suoi ideali. Per queste ragioni fu scomunicato e perseguitato dalla Chiesa. “Il suo unico principio: una libertà senza costrizione. Il suo unico rivale in questi secoli di lotta contro il potere temporale e il potere spirituale, il solo rivale: il papa, lui stesso saggio e sovrano, ma oltre l’uomo. Di qui una vita di lotte, di prove e di sofferenze. Ecco perché ho reso omaggio a un essere dal carattere eccezionale”.
Con il suo monumento ai caduti di Teana Marino vuole tracciare una profondissima analogia tra il vissuto doloroso di Federico II e il sacrificio di coloro che hanno dato la vita la Patria. In entrambi i casi l’eredità storicalasciata all’umanità continua a produrre i suoi effetti nel mondo. L’imperatore svevo fu uno dei primi grandi pensatori europei “per spirito, sapere della cultura, delle scienze e delle leggi, la forza del rispetto generale, l’armonia delle diverse culture all’interno del suo impero”. Molte sono le opere (scultoree e pittoriche) che Marino dedica a questa figura. Per quanto riguarda il monumento ai caduti di Teana il riferimento alla filosofia dello spazio mariniana risulta piuttosto chiara e visibile: lo spazio energetico penetra la scultura (il cilindro che costituisce il corpo de cavallo). Al suo interno numerosi sono le componenti circolari: zampe, collo, testa, il corpo stesso di Federico.
La proiezione: Ricca sarà la simbologia proiettata sulla scultura. Pensati al fine di evocare quest’immagine, il falco (simbolo dello spirito libero dell’imperatore e inseparabile compagno di caccia),l’ottagono (riferimento a Castel del Monte e alla geometria ottagonale), l’infinito (omaggio alla cosmologia universale) contribuiscono a tracciare il profilo dell’imperatore e rappresentano per il fruitore l’occasione per riflettere sul tema delle aspettative future per l’Unione Europea.

OMAGGIO A LAO TSEU, 1987 – Acciaio corten con patina inox, 185x97x400 cm
Marino dedica questa scultura a Lao Tseu, considerato il padre fondatore del taoismo. L’artista lucano da giovane legge il Tao The Ching (il Libro della vita e delle virtù) e viene letteralmente conquistato dalla forza del pensiero del grande pensatore.
Si tratta di un omaggio che ha un significato prettamente conoscitivo rivolto a tutti coloro che si occupano di politica, un’esortazione a conoscere la verità poiché ogni scelta politica si fonda sulla conoscenza. Con Omaggio a Leo Tseu Marino definisce la sua visione cosmologica. Si tratta di una vera e propria celebrazione dell’arte geometrica ed esprime due concetti fondamentali per la conoscenza dell’uomo: lo spazio e il tempo. Ricorrendo anche in questa scultura alla logica triunitaria, lo spazio, inteso come massa trasformabile, diventa parte costitutiva dell’intera opera: la sua azione è resa ancora più evidente grazie alla suddivisione in quattro parti di una torre e alla distanza presente di due doppi assi rovesciati alla base della struttura che stanno ad evocare la curvatura del tetto cinese.
La proiezione: la forma slanciata della scultura ricorda non solo la statura etica e culturale di Lao Tseu, ma indica la direzione verso la quale è diretta l’energia liberata, verso l’incommensurabilità del cosmo. Tale movimento energetico in espansione (in elevazione durante la proiezione) altro non è che espressione della continuità del tempo. Questa visione della realtà porta con sé inevitabilmente una conseguenza importantissima: esiste una parte di noi che non è solo materia; l’anima è immortale. Al fine di attualizzare quest’opera i cittadini di Teana e i visitatori saranno invitati a dialogare con le future generazioni lasciando “messaggi di conoscenza” all’interno di una capsula del tempo.

ALBA – Acciaio corten con patina ossidata, 218x77x 260 cm
Tutta la produzione artistica di Marino è volta a rappresentare la sua visione del mondo, la sua teoria dello spazio. Probabilmente Alba rappresenta l’espressione più chiara e distinta della sua intuizione triunitaria.
Si tratta di una scultura derivata da un cerchio diviso dove lo spazio che separa le due forme viene modellato geometricamente dalla loro vicinanza e accostamento. Questo fa sì che la congiunzione di forme e spazio risulta essere maggiormente evidente: il rapporto simbolico che viene a crearsi fra i volumi dell’opera e lo spazio che al contempo separa e avvolge l’intera scultura conferisce armonia e poeticità all’intera creazione. Altra importante caratteristica di questa scultura è la molteplicità delle prospettive che essa ci fornisce: se da un lato il taglio in testa e la sfasatura delle due metà poste l’una accanto all’altra danno maggior vigore alla circolazione dello spazio energetico, dall’atro lato l’effetto prospettico è formidabile. Infine, allo scopo di trovare le giuste proporzioni tra i pieni e i vuoti, Marino scava, lì dove arriva una sottile striscia di spazio, un’ampia apertura nelle masse dei semicerchi. Per Marino, trovare le giuste proporzioni tra i pieni e i vuoti è stato il compito più difficile durante la realizzazione di quest’opera perché “se non ci sono le proporzioni perfette, là non viene niente”. (Tratto dall’intervista di Giorgio Segato a Marino di Teana, Periplo della scultura di Marino di Teana nel suo paese natale: Teana, p. 24)
La proiezione: la grandezza di quest’opera sta tutta nella nuova visione cosmologica che Marino fornisce ai suoi fruitori. Alba è la nascita di un nuovo sole, di un nuovo modo di vedere il mondo: “Io sono uno strutturista dell’avvenire perché io faccio le strutture dell’avvenire che nessuno ha fatto” (Tratto dall’intervista di Giorgio Segato a Marino di Teana, Periplo della scultura di Marino di Teana nel suo paese natale: Teana, p. 25). L’intera proiezione su quest’opera di Marino è dedicata a spiegare la dimostrazione figurata della teoria triunitaria di Marino, secondo la quale 1+1=3. Si tratta di un’esortazione a guardare le cose in modo diverso e ci spinge a pensare che un modo nuovo di rappresentare la realtà è sempre possibile. La scultura di Marino è la concreta rappresentazione di questa libertà di visione.
