TOPDOWN: PROSPETTIVE DIFFERENTI

TOPDOWN indaga il rapporto uomo-natura ponendo l’attenzione del fruitore su molteplici aspetti riguardanti questo tema. Uno di questi è certamente la prospettiva dell’uomo nel mondo. Angelica Nolasco guarda il mondo “dall’alto”. La sua visione “satellitare” del pianeta, volta a cogliere nel suo insieme natura ed intervento umano, è una visione fortemente interessata e critica. L’arte di Angelica è un’arte viva. Tutte le sue opere sono state realizzate grazie all’impiego di materiali naturali. Essi hanno un significato volutamente simbolico e sono espressione delle sue visioni. Attraverso quest’intervista Angelica racconta la sua arte svelando qualche anticipazione del suo progetto espositivo, realizzato grazie allo sviluppo progettuale e alla curatela di Ginevra Longanizzzi.

L’inaugurazione della mostra avrà inizio il 6 luglio (alle ore 18:30) presso ATB Associazione Culturale e Galleria d’arte.

Intervista a cura di Luca Greco

Angelica, come nasce quest’idea?

“Amo la natura e i viaggi. Questo mi porta a guardare quello che c’è intorno a me e quello che io vivo sotto un’altra prospettiva. Nasce così la vista TOPDOWN, con la ricerca di materiali che parlano, vivono e raccontano qualcosa”.

Tra natura e ciò che viene solitamente considerato artificiale (frutto dell’intervento dell’uomo) sussiste un confine molto sottile. La maggior parte delle tue opere indaga questo rapporto ponendo l’attenzione del fruitore su molteplici aspetti riguardanti questo tema. Uno di questi è certamente la prospettiva dell’uomo nel mondo. Che cos’è il punto di vista “satellitare”?

“È un punto di vista che esiste, ma è un punto di vista diverso. Siamo abituati a vedere le cose ad altezza uomo. Per come sta andando oggi il mondo, forse non lo stiamo apprezzando per quello che è, non stiamo apprezzando la sua bellezza. Quindi, ho pensato di guardare le cose da un altro punto di vista. Questo perché da piccola mi è sempre stato insegnato che quando le cose non vanno così bene o non vengono apprezzate per quelle che sono occorre guardarle da un altro punto di vista”.

Può l’arte salvarci spingendoci a guardare le cose diversamente? Qual è la sua funzione sociale?

“L’artista è sempre stato figlio del suo tempo. Nel periodo in cui sto vivendo quello che rappresento è quello che io sento e percepisco. Questa è la mia terra, il mio mondo e la mia epoca. L’arte è un bene sociale necessario anche perché noi uomini andiamo a ricercare il bello”.

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Angelica Nicolasco, Yellow river delta and the sea’s explosion, 150 x 150 cm

Che rapporto sussiste tra le tue creazioni e la materia? Come scegli il giusto materiale per quello che vuoi comunicare?

“Direi che c’è un legame fondamentale e indispensabile l’uno per l’altro. La scelta del materiale avviene dopo la scelta del concetto e del messaggio che voglio comunicare. Poi c’è un secondo passaggio, che è quello della ricerca del materiale, quindi come io voglio dirlo e cerco di dirlo. La terza fase infine consiste nella realizzazione del quadro”.

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Angelica Nicolasco, Yukon, 200×200 cm

All’interno delle tue opere la tecnica impiegata svolge un ruolo determinante. Esse hanno un significato volutamente simbolico e sono espressione del contenuto delle tue opere. Faccio ovviamente riferimento alla linea a matita della tela, alla fotocopia, all’impiego della resina, ai fili inglobati nella resina. Quanto è importante per te scegliere la giusta tecnica per il concetto che vuoi trasmettere? 

“Tempo fa qualcuno mi ha detto: “la creatività presuppone la conoscenza”. Io cerco di conoscere la tecnica, padroneggiare la materia cercando di conoscerla. Penso, però, che la bellezza della materia stia anche nel non riuscire a conoscerla fino in fondo. È bello giocare con la materia e sentirla viva. Ad esempio, quando lavoro con la resina c’è un momento, durante il quale avviene la catalizzazione, in cui la materia vibra. È lì che si capisce che la materia si sta per solidificare, che si sta per muovere all’interno del dipinto”.

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Angelica Nicolasco, Al-‘Ayn 200×200 cm

Ecco, parliamo appunto della resina. Questo è un materiale non si lascia facilmente governare.

“Forse la parte più bella di questa materia è proprio questo. La puoi controllare fino ad un certo punto. Il perdere il controllo di questo materiale – una cosa che forse oggi nel nostro mondo non siamo più abituati a fare – anche questo è una conquista”.

Che cos’è per te la bellezza?

“La bellezza per me è tutto ciò che fa rimanere l’uomo con mente aperta e occhi che brillano. Questo è anche un po’ il mio motto di vita”.

 

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