John Barleycorn – Jack London

El Doctor Sax, 2017

«Il Beat è qualunque uomo che rompa il sentiero prestabilito per seguire il sentiero del destino». (Gregory Corso)

Gabriele Nero Quando parliamo di percorsi e sentieri della letteratura spesso utilizziamo una metafora. Non è questo il caso. Vorrei parlarvi di un sentiero che esiste davvero. È il sentiero che dalla Valle della Luna, nell’entroterra californiano, porta alla baia di San Francisco. Questo è il sentiero che ha percorso la letteratura americana nei primi settant’anni del Novecento. Deleuze arriverà a parlare della superiorità di questa letteratura rispetto a tutte le altre (comparandola a la letteratura di altri contesti storici e geografici), per la centralità che assume il ruolo dell’uomo e della sua libertà d’azione, l’esaltazione del viaggio e della frontiera che è sempre qualcosa da superare. Proprio all’inizio di questo filone di letteratura si inserisce Jack London, che un po’ come Walt Withman lo è stato per la poesia, rappresenta il pioniere della letteratura Beat.

La vita di London fu di per sé la realizzazione dell’american dream. Figlio di contadini di origini irlandesi, durante l’infanzia alternò la scuola, al  lavoro di strillone, al contrabbando sui pescherecci di ostriche. Da ragazzo vinse un premio per un articolo in un concorso giornalistico, ma prima di conoscere il successo lavorò in fabbrica, s’imbarcò come marinaio, fu un agitatore politico, esploratore, pescatore, giornalista, fu sempre un lettore compulsivo e infine scrittore di fama internazionale. London venne snobbato dai critici, specie dai suoi contemporanei, che lo accusavano di scrivere come un bambino. A lui non importava molto, ad inizio Novecento i suoi libri vendevano molto e venivano tradotti in scala mondiale, ma il suo orgoglio era che molte persone stessero imparando a leggere proprio grazie ai suoi romanzi. Fu Borges a riconoscere l’enorme valore letterario e narrativo di London rivalutando i suoi tre grandi romanzi: Il vagabondo delle stelle (1951), Martin Eden  (1925) e John Barleycorn (1913), appunto.

18470871_10154405562170877_1746245321_n

Già, non potremmo tracciare un profilo completo di Jack London senza parlare del suo amico John Barleycorn, ovvero lo spirito dell’alcol secondo la tradizione popolare americana. In questo libro infatti lo scrittore californiano ci presenta uno sguardo umano e sincero sulle sue esperienze con l’alcol. Non ci fornisce un giudizio moralistico sull’alcol, ne descrive le connotazioni romantiche, quelle divertenti, ma soprattutto quelle drammatiche, quelle di totale malessere fisico e spirituale. London si interroga su quale siano i motivi che spingano le persone migliori, quelle più interessanti, a buttarsi tra le braccia di John Barleycorn. Ogni capitolo è un incontro con questo misterioso personaggio, un’avventura bagnata di whiskey, birra e accompagnata dalla corrosiva sincerità di Jack London, scrittore di vita.

Proprio il suo stile, sommato, evidentemente, all’argomento alcol, quasi del tutto nuovo per la storia della letteratura, ci riportano sul sentiero della Valle della Luna, e al massimo esponente della Beat Generation: Jack Kerouac. Il sentiero che da London ci porta a Kerouac è facilmente riconoscibile già dai titoli delle loro opere, l’On the road di Kerouac, sembra la rivisitazione in chiave moderna del romanzo più underground e maledetto di London The Road. Dobbiamo pensare che gli scrittori beatniks avevano studiato e letto autori come Melville, Twain, Hemingway, Withman, era la letteratura in cui affondava le radici l’avanguardia Beat.

La prova dell’ammirazione che Kerouac provava per London è lampante ne I vagabondi del Dharma, quando Ray e Japhy (gli alter ego dello stesso Kerouac e di Gary Snider), abbandonano la festa sulle colline di Sonoma per percorrere il nostro famoso sentiero battuto da Jack London, per rimettersi in cammino verso la baia di San Francisco. Proprio percorrendo il cammino di Jack London, Ray e Japhy consolideranno la loro amicizia con il famigerato rituale dello sperma. Ma già in un diario del 1940, un Kerouac appena diciottenne annotava: «Letto Jack London, ho deciso di diventare un avventuriero, un viaggiatore solitario».

Se siete convinti che si tratti ancora solo di una semplice influenza letteraria, allora mi spingo quasi all’esegesi filologica per dimostrarvi come Jack London possa considerarsi il pioniere della narrativa Beat, con queste tre citazioni che a mo’ di sillogismo, o di formula matematica, mostrano che ci troviamo a qualcosa di molto più profondo di un’ispirazione.  Kerouac fa come quello scultore che rifinisce le forme definitive su un marmo che un altro scultore aveva già sbozzato prima di lui:

«Dio mi salvi dalle persone che non hanno questo fuoco interiore, i freddi di cuore e i corti di testa, quelli che non fumano, che non bevono, che non bestemmiano, quelli che non fanno mai nulla di coraggioso, rischioso, fuori dagli schemi, perché la loro debole essenza non ha mai un fremito di vita che spinga oltre i propri limiti, ad osare. Questi non li incontri mai al saloon, non li trovi a battersi per le cause perdute, non a far faville sui sentieri dell’avventura, non ad amare alla follia. (…)Per questo accuso John Barleycorn. Sono proprio questi, i tipi in gamba, i degni, quelli che hanno l’unica debolezza nell’avere troppa forza, troppo spirito, fuoco e fiamme, sono loro, angeli caduti che lui adesca e porta alla rovina». (Jack London – John Barleycorn)

«Preferirei essere cenere che polvere! Preferirei che la mia fiamma bruciasse in una scintilla brillante piuttosto che venire ricoperto dalla polvere. Preferirei essere un magnifico meteorite, con atomi che bruciano e si infiammano, piuttosto che un pianeta immobile e assopito. La natura dell’uomo è vivere, non esistere. Non ho intenzione di sprecare i miei giorni nel tentativo di prolungarli, voglio viverli». (Jack London – Martin Eden)

«Le sole persone che mi interessano sono i pazzi, i pazzi della vita, i pazzi delle parole. Vogliose di ogni cosa allo stesso tempo. Quelle che non sbadigliano mai, o dicono un luogo comune, ma bruciano. Bruciano. Bruciano come fuochi d’artificio nella notte». (Jack Kerouac – Sulla strada)

Beat o no, abbiamo deciso di riproporvi questo capolavoro principalmente perché appartiene  alla grande letteratura americana di libertà! Libertà che si esprime sia nella forma che nel contenuto di questo romanzo. Appartiene a quella letteratura che ci spinge ad amare la vita, il viaggio, ad andare oltre le apparenze, i limiti, le frontiere reali e immaginarie, o dovunque ci porti il sentiero che abbiamo scelto di percorrere.

Puoi trovare John Barleycorn (El Doctor Sax) qui.

LEGGI ANCHE “Libro Rotto di Luca Buoncristiano“.

10845889_334114716780071_8664319146130141778_o

Gabriele Nero è libraio ed editore di una giovane casa editrice indipendente, di chiara connotazione beat, nel cuore di Valencia: El doctor Sax – Beat and books.

13304981_513356248855916_87501512221206206_o

Lascia un commento