“Another world is possible”: quando la creatività di Banksy viene soppiantata dai robot

“Another world is possible” è l’ultimo graffito di Banksy apparso appena vicino al cavalcavia di Edgware Road (Londra) durante la notte dell’8 ottobre. Questa volta lo street artist inglese se la prende con il mondo automatizzato e ipertecnologico, suscitando contrastanti interpretazioni tra i suoi fan e gli esperti d’arte di tutto il mondo.

“Another world is possible”: Banksy contro la società “meccanizzata”

In un mondo distopico, per certi aspetti non troppo distante dal nostro, un robot si appropria improvvisamente dell’identità di Banksy e scrive su un muro lo slogan anticapitalista: “Another world is possible”.

Secondo questa rappresentazione, infatti, nella società del futuro saranno le macchine a rendere l’uomo completamente dipendente dall’intelligenza artificiale per quanto riguarda la creatività.

Come i contadini di un tempo tiravano avanti l’aratro, nel graffito, un gruppo di persone (due uomini d’affari e una bambina con il volto mascherato probabilmente di un clown o di un animale) trainano un grande braccio meccanico intento a scrivere sul muro un vero e proprio messaggio rivoluzionario rivolto proprio contro la società capitalista e automatizzata, tanto criticata da Banksy nelle sue precedenti opere.

Banksy: gli indizi, i precedenti e lo stile

L’opera non è stata ancora rivendicata dall’artista sul suo account ufficiale, ma più di un indizio fa pensare che l’autore sia proprio lui.

Innanzitutto, la foto del graffito è uscita sul profilo Instagram dell’ultima mostra ufficiale di Banksy a Glasgow “Cut and run”. Occorre, poi, ricordare che Banksy non è nuovo all’utilizzo dei robot nelle sue opere per raccontare le contraddizioni di una società sempre più “meccanizzata”, dove i robot rappresentano una minaccia per la libertà e l’identità dell’uomo.

Mi viene in mente, per esempio, “Cash Machine Girl” (2007), dove un braccio meccanico proveniente da un bancomat, inteso come il prolungamento della società capitalista, afferra letteralmente una bambina (molto somigliante a quella di “Another world is possible”), che rappresenta le nuove generazioni.

È possibile, poi, rintracciare un altro importante precedente nell’opera che Banksy realizzò a New York nel 2013, dove un robot dipingeva con una bomboletta un codice a barre, segno distintivo del mondo delle macchine.

Per quanto riguarda, invece, lo stile e i contenuti, il nuovo graffito è facilmente attribuibile a Banksy in quanto si tratta di uno stencil in bianco e nero con delle scritte realizzate a mano che commentano temi fortemente attuali della società contemporanea.

Una tecnica che lo ha reso celebre nel mondo per via della sua forza comunicativa. Una scelta, al tempo stesso, “rivoluzionaria”, che in passato gli valse numerose critiche da parte di tutti gli altri writer di Bristol, ma che gli consentì di realizzare i suoi graffiti con estrema velocità per le strade delle città più trafficate al mondo in totale anonimato, senza essere mai beccato.

La creatività secondo Banksy

Come abbiamo già visto precedentemente, nel graffito di Banksy i sogni di un mondo “diverso” e “possibile” vengono improvvisamente soppiantati e fatti propri dalle nuove tecnologie e dai robot. “Another world is possible” è una reazione artistica netta e decisa che si oppone al fenomeno contemporaneo più in ascesa del momento: l’avvento dell’intelligenza artificiale nella produzione di contenuti culturali e artistici. Banksy ci spinge a riflettere e ci mette in guardia, ricordandoci che la creatività nell’arte (e non solo) consiste nel mostrare il proprio punto di vista capovolto rispetto all’attuale ordine delle cose attribuendo nuovi significati a realtà apparentemente intoccabili.

I suoi graffiti giocano, infatti, con le parole, con le icone e con le convenzioni sociali di massa per distruggerne il significato di autorità. Per Banksy l’arte è un atto creativo rivoluzionario che porta con sé l’idea che nessuno in fondo possa dirti cosa devi fare e che aspetto debba avere la città.

L’arte ha davvero bisogno dell’intelligenza artificiale?

L’arte in fondo è solo arte e la creatività artistica è qualcosa di irriducibile, che sta nei sogni di chi guarda verso mondi possibili. L’intelligenza artificiale oggi rappresenta un grande aiuto, uno strumento potentissimo che consente di raggiungere risultati incredibili in tempo record. Un po’ come quando Banksy decise di adottare lo stencil nelle sue creazioni.

Nonostante gli enormi vantaggi, il rischio di appiattimento dei contenuti e di riduzione della creatività ad un atto di mera riproduzione seriale sussiste ed è fortissimo. Ovviamente, la differenza la fa chi ne fa uso.

Ogni artista e ogni atto creativo, compreso quello realizzato grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, per definirsi tale dovrà essere in grado di cambiare la consapevolezza che abbiamo di noi stessi e di ciò che ci circonda. Tutto questo le macchine ancora non lo sanno, forse.


Lascia un commento