Luca Greco – Nontìscordàrdimé (El Doctor Sax, 2021) è una raccolta di poesie scritte da Ivan Fassio tra il 2014 e il 2020. Il libro iniziato nel 2019 non è stato mai portato a termine dall’autore a causa della sua malattia.
Rispetto alla sua precedente raccolta risalente al 2012, questo libro segna un’importante evoluzione tecnica e stilistica del poeta: l’antico e il moderno, iperboli e paradossi si intrecciano per dar forma a un’azione poetica “rivoluzionaria”.
Le indicazioni dettagliate, lasciate in eredità come un vero e proprio “testamento letterario“, spiegano l’idea stessa del titolo e hanno permesso alla sua compagna Laura Callari di concludere il lavoro postumo restando il più possibile fedele all’idea originale del progetto:
L’idea è che i testi sbuchino come i “non ti scordar di me” su un prato: sorprese, uno breve, uno lungo, uno in prosa, almeno 100/110 testi, anche 120. O uno per pagina, oppure dal primo all’ultimo divisi da ** Né titoli, né numeri”.

A Laura Callari va quindi il grandissimo merito di essersi presa cura di questa straordinaria eredità letteraria. Lo ha fatto con sapienza e con tanto amore, disponendo, come su un “prato”, una bozza contenente circa 90 poesie, come se fossero tanti fiori, tanti nontiscordardimé. Non è un caso che la prima poesia del libro sia anche l’ultima scritta da Ivan e che parli proprio del “prendersi cura”. Una “carezza ultima”, ultimo gesto di straordinaria bellezza.

Questo libro racconta tanto del vissuto interiore di Ivan: dalle sue profonde riflessioni esistenziali (“Ricaviamo un quadro / Della nostra umanità finita: / Incontro, stretta di mano, / Patto. Chi Siamo noi?”) fino alla sua ricerca di un senso ultimo della vita (“A voi il compito di unirmi / Al resto: / sarò il passaggio / Verso dove sono destinato / I morti sono il nostro fiume / E tu, capolavoro senza nome, / Messaggio, / Hai firmato tutto questo”).
Come scrive Laura Callari, questo libro è soprattutto il ricordo di un «un ciclo e del suo passaggio. Dell’alternarsi tra la vita e la morte e più che altro sull’esserci e il non esserci, l’essere visti o il non essere visti». (dalla Prefazione di Nontiscordardimé).
“La poesia e le parole, sono un luogo in cui tornare”
Come tanti nontìscordàrdime, Ivan, torneremo a cercarti negli stessi luoghi, nelle parole che creano unità, “ai bordi delle strade e nei luoghi di confine”, lì dove si cresce e si coltiva spontaneamente quella “bellezza condivisa” della quale tu spesso mi parlavi.

