Aspettando il Torino Film Festival 2017: le anticipazioni

Sotto la direzione di Emanuela Martini è stato svelato presso il Cinema Massimo di Torino il programma della 35ͣ  edizione del Torino Film Festival 2017 (24 novembre – 2 dicembre). Quest’anno i film selezionati sono 169 (21 anteprime internazionali). Molte sono le sezioni e gli ospiti attesi per questa edizione, tra cui Pablo Larrain (in giuria), Nanni Moretti, Pino Donaggio, Francesca Comencini e Valerio Mastrandrea. La guest director del festival è Asia Argento con la sezione Amerikana.

LUCA GRECO – Il ricco programma della 35ͣ edizione del TFF (dal 24 novembre al 2 dicembre) prevede 169 film (134 lungometraggi, 10 mediometraggi e 25 cortometraggi). Le sue sezioni – Torino 35, Festa Mobile ed After Hours (entrambe a cura di Emanuela Martini), TFFdoc, Onde, Italiana.corti vantano 40 lungometraggi (opere prime e seconde), 36 anteprime mondiali, 21 anteprime internazionali, 4 anteprime europee e 59 anteprime italiane. Importante novità di quest’anno è certamente il ritorno del festival alla Mole Antonelliana per la serata d’apertura.

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Mole Antonelliana, ph L. Greco


Film d’apertura

Ad aprire il 35° TFF sarà la brillante e agrodolce commedia  «Ricomincio da me» (UK, 2017) di Richard Loncraine (il regista di Riccardo III e di Wimbledon). Il film racconta la storia di  Lady Sandra (Imelda Staunton), che dopo aver scoperto il tradimento del marito con la sua migliore amica, cerca di ritrovare se stessa rifugiandosi in una scuola di ballo. Lì conoscerà Charlie (Timothy Spall), uno stravagante restauratore di mobili che vive su una barca.

Brian De Palma: Gran Premio Torino a Pino Donaggio

Con una straordinaria retrospettiva l’edizione di quest’anno del festival rende omaggio a Brian De Palma, regista di «Carrie, lo sguardo di Satana» (USA, 1986), «Carlito’s way» (USA, 1993), «Mission:Impossible» (USA, 1996), «Mission to Mars» (USA, 2000) e «Black Dahlia» (Germania/USA/Francia, 2006). Lo spiazzante immaginario ritratto della maggior parte dei suoi film (durante la rassegna verranno proiettati ben 32 titoli) ci spinge ad interrogarci sulla caduta dei miti e dei modelli propri della cultura del Novecento mettendoci davanti alle nostre responsabilità. La sua presenza al festival non è stata ancora confermata, ma potrebbero esserci nei prossimi giorni novità importanti a riguardo.

Sempre durante questa rassegna dedicata al regista americano, mercoledì 29 novembre al Cinema Massimo 1, prima della proiezione del film «Dressed to Kill» (di Brian De Palma, USA, 1980, versione restaurata in DCP, 105’), sarà consegnato il Gran Premio Torino a Pino Donaggio, lo storico compositore delle colonne sonore per Brian De Palma, Dario Argento e Pupi Avati.

Brian de Palma

Torino 35 

La sezione più importante del Festival, Torino 35, prevede 15 film realizzati nel 2017.  Sono due gli italiani in gara: «Blue Kids» (Italia, 2017) di Andrea Tagliaferri, storia di un morboso legame tra un fratello e una sorella e «Lorello e Brunello» (Italia, 2017) diretto da Jacopo Quadri. Anche quest’ultima pellicola vede protagonisti due gemelli che devono occuparsi della fattoria di famiglia. All’interno di questa sezione vi segnaliamo anche la presenza di: «The Death of Stalin» (Francia/Uk, 2017) di Armando Iannucci, film che racconta le vicende di Malenkov, Kruscev, Molotov, Beria e gli altri stretti collaboratori di Stalin quando trovarono il dittatore privo di vita nel suo studio dopo un infarto.

Festa Mobile

All’interno di Festa Mobile, la sezione fuori concorso dedicata alle pellicole «più attese» appartenenti alla produzione cinematografica internazionale ancora inedita in Italia, spicca la presenza di «Amori che non sanno stare al mondo» (Italia, 2017), l’ultimo film di Francesca Comencini con Lucia Mascino e Thomas Trabacchi. Il film, tratto dal romanzo della regista, racconta le vicende di Claudia, una donna perennemente insoddisfatta e incapace di dimenticare i ricordi di un’intensa e nevrotica storia d’amore ormai finita. Poi, oltre ai già citati film d’apertura e chiusura del Festival («Finding Your Feet» e «The Florda Project»), vi segnaliamo «Tito e gli alieni» (Italia, 2017) diretto da Paola Rinaldi e interpretato da Valerio Mastandrea nelle vesti di uno scienziato solitario dell’aria 51 e «Balon» (Italia, 2017) di Pasquale Scimeca, che racconta il viaggio disperato e coraggioso di due giovani nigeriani sopravvissuti a una strage.

Amerikana

Il Festival avrà quest’anno come guest director Asia Argento. La regista di Scarlet Diva ha scelto per la sua sezione intitolata Amerikana cinque pellicole americane da proporre al pubblico: «Paydayx» (1973), «Stroszek» (1977), «Out of the Blue» (1980), «Paris, Texas» di Wenders (1984) e «Ingannevole il cuore sopra ogni cosa» (2004). L’America che Asia Argento vuole raccontare attraverso la sua attenta selezione è quello della «Bible belt»: «Ci sono scenari in America in cui senti che regna la follia soprattutto nel Sud degli Stati Uniti, sotto quella “Bible belt”, la cintura della Bibbia che è poi l’America vera. Quella che un giorno si è sentita finalmente rappresentata da Donald Trump e lo ha votato. L’America che conosco io, quella che frequento di solito, quella di New York, di Los Angeles, delle grandi città, non è la vera che noi umani non possiamo nemmeno immaginarci. Un luogo veramente allucinante, fatto di parcheggi enormi, di franchising, di motel, di edifici tutti uguali di desolazione. Il Texas tristissimo del film di Wenders, il Tennessee di Payday, il tragico disincanto descritto da Herzog in Stroszek, e la rabbia disillusa di Out of the Blue. L’America dei rednecks, dei delusi, dei lobotomizzati, dei poveri senza speranza. L’Amerika».

After Hours

All’interno della sezione «più eccentrica» del Festival, After Hours, sono presenti film di vario genere (sette horror, tre thriller, una scatenata commedia cinefila e due film italiani un po’ «anomali» per la produzione nostrana). Tra film partecipanti ricordiamo «Favola» (Italia, 2017) di Sebastiano Mauri, tratto dallo spettacolo omonimo scritto e messo in scena per la prima volta nel 2011 da Filippo Timi (anche nel film interprete in abiti femminili). Si tratta di una surreale commedia che racconta l’amicizia e la complicità che lega due agiate casalinghe americane anni ’50, Mrs. Fairytale e Mrs. Emerald. L’altro film italiano è «Riccardo va all’inferno» (Italia, 2017), una rilettura contemporanea di Riccardo III di Shakespeare. Per quanto riguarda gli altri film non italiani presenti all’interno di questa sezione, ricordiamo «Firstborn» (Lettonia, 2017), il thriller di Aik Karapetian (già presente al 32° TFF con «The Man in the Orange Jacket») che delinea il progressivo sgretolarsi delle sicurezze di un arrogante intellettuale dal momento in cui sua moglie viene assalita per strada da un misterioso moticiclista; «The Disaster Artist» (USA, 2017), la commedia quasi demenziale di James Franco, che racconta le vicende di un attore pazzo che si crede James Dean; «Les affamés» (Canada, 2017) di Robin Aubert, un horror che racconta la storia di un gruppo di sopravvissuti nelle campagne e nei boschi del Québec che deve affrontare l’apocalisse.

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Emanuela Martini, ph L. Greco

TFFdoc

Quest’anno il tema scelto da Davide Oberto per TFFdoc è il viaggio: «il cinema documentario è essenzialmente viaggio. Lo è dalle sue origini, dal Nanouk l’eschimese di Robert J. Flaherty. È la scoperta di territori, genti, tradizioni mai incontrate; è viaggio non solo spaziale, ma anche temporale nel riscoprire archivi e ridar loro vita; è viaggio intimo, personale, familiare. È viaggio nelle immagini per costruirne di nuove».  Tra i 10 film selezionati che affrontano questo tema ricordiamo: «Napalm» (Francia, 2017) di Claude Lanzmann, un viaggio nella storia della Corea del Nord; «For Now» (Belgio, 2017) di Herman Asselberghs, un film che racconta le città mai visitate dal filosofo tedesco Walter Benjamin.

Inoltre, fanno parte del TFFdoc le due importanti competizioni documentaristiche: Internazionale.doc (con 8 titoli rappresentanti 11 paesi) e Italiana.doc (con 8 titoli, 7 anteprime mondiali). Tra i titoli di Internazionale.doc vi segnaliamo «Spell Reel» (Germania/Portogallo/Francia/Guinea-Bissau, 2017) di Filipa César, che documenta la nascita di un cinema come parte del processo di liberazione coloniale; «M-1» (Bosnia/Messico) di Luciano Pérez Savoy, che racconta una Sarajevo sconosciuta attraverso il ritratto tracciato da M poco prima del suo addio; «Le Fort del Fous» (Francia/Grecia/Germania/Quatar, 2017) di Narimane Mari, un viaggio che va dall’Algeria coloniale all’utopia comunitaria persa in un’isola greca all’Atene contemporanea tra collasso e rivoluzione.

Per quanto riguarda la seconda competizione documentaristica Italiana.doc, ricordiamo la presenza di «Al di là dell’Uno» (Francia/Italia/Germania, 2017) di Anna Marziano, un saggio poetico sull’amore girato in 16 mm e Super8; «Talen» (Italia, 2017) di Elia Mouatamid, un documentario che racconta il viaggio di ritorno in Marocco di Abdelouahab dopo quasi quarant’anni passati in Italia; «Vento di Soave» (Italia, 2017) di Corrado Punzi, che racconta le vicende di due agricoltori che lavorano a pochi metri da una centrale a carbone e dal petrolchimico più grande d’Europa.

All’interno di questo spazio, ricordiamo, infine, la presenza del documentario (fuori concorso) «Christelle» (Francia, 1017) di Carmit Harash, un viaggio nelle contraddizioni politiche e storiche dell’Europa.

Onde

Onde 2017 – la sezione più sperimentale e innovativa del festival – offre agli spettatori la possibilità d’indagare più in profondità, attraverso lo sguardo attento dei giovani filmmaker selezionati, il rapporto problematico che intercorre tra l’individuo e la realtà, tra l’immaginario e la Storia. Tra i 16 film presenti in questa sezione troviamo: «La madre el hijo y la abuela» di Benjamin Brunet (Cile, 2017), «Let the Summer Never Come Again» (Germania/Georgia, 2017) di Alexandre Koberidze, «Colo» di Teresa Villaverde (Portogallo/Francia), «No Panic Baby» (Belgio, 2017) di Leo Gabin, «Lik in The Past» (UK, 2017) di Laure Prouvost, «Occidental» (Francia, 2017) di Neïl Beloufa.

Non dire gatto…

Emanuale Martini dedica un’intera selezione dedicata ai gatti che si collega per certi aspetti alla mostra attualmente in corso presso il Museo Nazionale del Cinema intitolata «Bestiale! Animal Film Stars» (inaugurata il 14 giugno prosegue fino all’8 gennaio). Al suo interno saranno presentati ben 6 film: «Alice nel paese delle meraviglie» (USA, 1951) di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske; «Bell, Book and Candle» (USA, 1958) di Richard Quine; «Black Cat» (Italia, 1981) di Lucio Fulci; «Chat ecoutant la musique» (Francia, 1990) di Chris Marker; «Rhubarb» (USA, 1951) di Arthur Lubin; «The shadow of the cat» (UK, 1961) di John Gilling.

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Conferenza stampa 35 TFF, ph L. Greco

Italiana.corti

L’ultima sezione competitiva del Festival – Italiana.corti – è riservata, infine, ai cortometraggi italiani inediti, caratterizzati da ricerca e originalità di linguaggio. Ci sono 8 film in concorso racchiusi in 2 programmi dai titoli che evocano l’universo salgariano. Tra questi (piccoli) film vi segnaliamo: «Storia di Stefano (da allora detto Tetano)» (Francia, 2017) di Chiara Malta; «Dagaòl» (Italia, 2017) di Mariachiara Pernisa e Morgan Menegazzo; «Fine di un amore» (Italia, 2017) di Alberto Tamburelli; «Il sentire dell’occhio» (Italia/USA, 2017) di Alessia Cecchet.

Invece, per quanto riguarda i 2 corti fuori concorso ricordiamo: «Robhot» (Italia, 2017) di Donato Sansone (candidato ai César con «Journal animé») che a partire da disegni tratteggiati con la matita nera (una serie di immagini in costante trasformazione) trasforma il litigio di due amanti in una lotta surreale ed erotica tra due robot umanoidi; «Sogno d’amore» (Italia, 2017) di Andrea Laszlo De Simone e Francesca Noto, videoclip musicale che ritrae con delicatezza i ricordi e i sogni di un amore.

Film di chiusura

A chiudere la rassegna sarà «The Florida Project» (USA, 2017) di Sean Baker con Willem Dafoe, Brooklynn Kimberley Prince e Bria Vinaite, Valeria Cotto, Christopher Rivera e Caleb Landry Jones. Il film è ambientato in Florida (in una zona degradata vicina a Disneyworld) e racconta le giornate della piccola Moonee, della sua banda di amici e di sua madre Halley (Bria Vinaite). Vivono tutti nel Magic Castle Motel, popolato da persone sotto la soglia della povertà. L’unico ad occuparsi di Moonee e degli altri sarà Bobby (Willem Dafoe), il manager del motel.

In conclusione, può il cinema aiutare la società ad essere più giusta e libera? Siamo ancora troppo lontani dalla piena affermazione della pari dignità sociale dei cittadini nel mondo. Anche quest’anno il Torino Film Festival si conferma essere uno straordinario veicolo di civiltà e di cultura, un luogo di riflessione per noi «spettatori pensanti». Le premesse di questa 35ᵃ edizione sono ottime.

Il programma completo della 35° Torino Film Festival è online sul sito ufficiale:

http://www.torinofilmfest.org/

 

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