«L’arte, anche se la malediciamo e se a volte ci sembra del tutto pleonastica, e se anche siamo costretti ad ammettere che essa in realtà non vale un accidente, se osserviamo, qui, i quadri di questi cosiddetti Antichi Maestri, che molto spesso, e com’è naturale sempre di più con il passare degli anni, ci sembrano senza senso e senza scopo, nient’altro che maldestri tentativi di piazzarsi artisticamente sulla faccia della terra, malgrado tutto non c’è nient’altro che salvi la gente della nostra fatta se non proprio quest’arte maledetta e dannata, e spesso funesta e disgustosa da far vomitare» (Thomas Bernhard, Antichi Maestri, Adelphi, 1992).
Gabriele Nero – Reger è un anziano signore, appassionato di arte, musicologo nonché critico del Times (apprezzato all’estero, bistrattato dalla sua Austria). La sua vita era sempre ruotata intorno alla musica, alla pittura e alla filosofia, guardando ed ammirando gli “antichi maestri”. Ma la vita di Reger cambiò radicalmente dopo la dipartita della moglie. Si rese conto di aver perso ciò che più amava al mondo e provò a rifugiarsi sempre in quegli “antichi maestri”, che improvvisamente diventarono muti e sempre più lontani dalla realtà. La morte della compagna spinse Reger ad un atteggiamento nichilista e belligerante contro l’umanità, la cultura, lo Stato, la Chiesa Cattolica, Vienna, l’ Austria ma soprattutto contro l’Arte.
Reger venne colto da una forma di nevrosi perfezionistica, che lo portava a presentarsi ogni due giorni al Kunsthistorisches Museum per osservare i quadri degli artisti più importanti della storia dell’arte e di scorgerne i difetti, o le incongruenze, o dei dettagli mal riusciti. Ogni due giorni ripeteva quello che era quasi un rituale, che culminava con l’anziano che si sedeva di fronte al quadro “L’uomo con la barba bianca” di Tintoretto.
La vicenda viene narrata da un osservatore esterno, un amico di Reger, il giovane professor Atzbacher, che incuriosito e anche un po’ preoccupato da quello strano signore, ossessionato da quel quadro del Tintoretto, volle conoscerne la storia. C’erano ragioni molte profonde che legavano quell’uomo a quel quadro.
Il lettore verrà assorbito in un monologo interiore duro e asciutto. La prosa di Bernhard utilizza registri diversi, è ripetitiva e, a forma di spirale, scende nel profondo, un profondo abitato dalla solitudine e dalla morte.

Gabriele Nero è libraio ed editore di una giovane casa editrice indipendente, di chiara connotazione beat, nel cuore di Valencia: El doctor Sax – Beat and books. Per chi volesse saperne di più sulle sue iniziative editoriali: