A Londra, nei pressi di Rivington Street si trova una delle opere più significative di Bambi, che raffigura cinque ragazzi identici con la mano sinistra alzata in segno di resa. All’altezza dell’addome di ciascuna figura compare, ripetuto in rosso, il messaggio “Don’t Shoot”.
L’opera denuncia la tragica uccisione, nell’agosto del 2014, di Michael Brown, un diciottenne afroamericano disarmato, colpito da un poliziotto a Ferguson (Missouri). L’episodio provocò proteste su larga scala e diede ulteriore impulso al movimento Black Lives Matter.
Solidarietà internazionale e critica all’uso commerciale della street art
Con questo intervento, Bambi esprime chiaramente il proprio sostegno al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. La ripetizione delle figure e della scritta enfatizza il grido collettivo contro la violenza della polizia e le disuguaglianze razziali.
L’opera, però, non si limita a ricordare un singolo episodio. Bambi apre una riflessione più ampia sull’uso della street art da parte delle multinazionali come strumento promozionale. L’artista, infatti, ribalta questa strategia impiegando il celebre logo Nike e trasformando lo slogan “Just Do It” nella provocatoria variante “Don’t Do It”.
L’uso del brand, grazie alla sua immediata riconoscibilità, amplifica la portata del messaggio e denuncia l’indifferenza verso episodi di violenza come quello di Michael Brown. Nel murale, il logo della Nike è ben visibile sul petto dei ragazzi, mentre ai loro piedi compaiono teschi al posto dei palloni, un dettaglio che accentua il contrasto tra sport, giovinezza e morte.
Le reazioni e la richiesta di rimozione del murale
Secondo alcune fonti, la presenza del logo e il suo utilizzo in chiave critica non sarebbero stati apprezzati né da Nike né dai proprietari degli spazi circostanti, che avrebbero richiesto la rimozione del murale.
Attualmente il murale è ancora visibile nonostante le contestazioni. La sua permanenza è diventata ormai un punto di riferimento per chi non vuole dimenticare quel tragico episodio e per chi continua a sognare un mondo dove i diritti di tutti vengono equamente riconosciuti.
