A volte mi capita di provare nostalgia per un tempo lontano che non ho mai vissuto, per le giornate lente di luoghi assolati di fine Ottocento. È facile perdersi in questa atmosfera, dove Barcellona si affacciava sul mare e la modernità faceva capolino tra le onde e le fabbriche del Poblenou. In La platja de la Barceloneta (1896), conservata oggi al Museo Picasso di Barcellona, un giovanissimo Picasso cattura con sguardo attento il paesaggio marittimo della sua città: la distesa sabbiosa della Barceloneta in primo piano, le acque calme che lambiscono la riva, le silhouette industriali sullo sfondo, e oltre, le montagne. Un’opera che è quasi una cartolina dell’epoca, testimone di una città che iniziava a vivere il mare non solo come lavoro, ma come tempo libero, socialità e respiro urbano.
Natura e modernità tra sabbia e fabbriche
Al di là della descrizione fedele del paesaggio, il dipinto rivela un giovane artista già attento a contrasti e composizione. La convivenza tra la natura e la presenza industriale anticipa temi che Picasso avrebbe esplorato più tardi, come il rapporto tra uomo e ambiente, modernità e tradizione. La sabbia dorata e le acque tranquille sembrano quasi sospese in un tempo intimo e privato, mentre le fabbriche in lontananza suggeriscono il rumore e il fermento di una città che cambia. In questo senso, La platja de la Barceloneta è un ritratto emozionale della Barcellona di fine Ottocento, dove ogni elemento, dalle onde alle ciminiere, racconta un frammento di vita urbana, memoria e progresso.
