Banksy-Bristol

Dove trovare Banksy a Bristol: le origini

Vengo da una piccola cittadina nel sud dell’Inghilterra. Quando avevo circa dieci anni, per le strade impazzavano i graffiti di un ragazzo che si chiamava 3D. Credo fosse stato a New York e fu il primo a portare a Bristol la pittura con la vernice spray. Sono cresciuto vedendo graffiti per strada molto prima di vederli su una rivista o su un computer. 3D smise di dipingere e formò il gruppo dei Massive Attack, il che forse per lui fu un progresso, ma per la città fu una grossa perdita. A scuola i graffiti erano la cosa che ci piaceva di più: li facevamo tutti tornando da scuola in autobus. Tutti li facevano”. (Banksy, intervista alla rivista Swindle).

Mi emoziona sempre trovarmi nei luoghi dove qualcosa ha avuto inizio, nei posti delle prime volte. Il motivo per il quale oggi sono a Bristol ovviamente è Banksy. Questa volta voglio andare a fondo, voglio capire meglio quando e come tutto questo ha avuto inizio.

Nessuno può dire con esattezza se lo street artist più discusso e controverso al mondo sia nato qui (si sa ancora pochissimo sulle sue origini), ma quello che è certo è che la sua permanenza in questa città tra gli anni novanta e i primi anni duemila è ancora oggi piuttosto evidente. Molti dei suoi graffiti sono stati rimossi (come per esempio, “Aachoo!!”), tuttavia, alcuni risultano ancora visibili e in ottimo stato di conservazione. È proprio questo il caso di “Mild Mild West”, risalente al 1998 (80 Stokes Croft, BS1 3QY). È da qui che parte la mia ricerca.

Mild Mild West

Mild Mild West racconta una storica rivolta di strada che ha avuto luogo nel 1980 a Stokes Croft (quartiere situato a nord della città) e raffigura un orsacchiotto che lancia una molotov contro tre poliziotti antisommossa. Questo graffito piace molto ai cittadini di Bristol perché quegli scontri ebbero una risonanza mediatica e culturale fortissima.

Banksy Bristol

A raccontarlo è proprio il popolare street writer Cheba:

Per molti a Bristol questo è il suo pezzo più importante, è come il cartello alternativo di “Benvenuti a Bristol” e il suo impatto è dovuto sia alla sua posizione che al contenuto. Chi ha vissuto a lungo a Bristol intuisce subito che Mild Mild West si riferisce agli scontri di St Paul’s nel 1980, che cominciarono con un’irruzione della polizia al Black and White Cafe nella vicina Grosvenor Road. Ho sempre pensato che sia una targa commemorativa dei dimostranti”. (Cheba su Banksy, “Home Sweet Home, Steve Wringht, p. 20).

Tuttavia, c’è chi, come Jim Paine (amico di Banksy), afferma che quel graffito non abbia nulla a che fare con quello storico episodio. Quelli erano gli anni dei free party di Bristol durante i quali venivano occupati edifici abbandonati. All’epoca ce n’erano un sacco ed erano frequenti anche gli scontri con la polizia:

Non vi erano molte possibilità per esprimerci nella società. Ci sentivamo abbastanza oppressi. Eravamo tipi piuttosto normali, superficiali, festaioli, ed ecco la polizia che ci maltrattava con gli scudi antisommossa e i manganelli. […] L’orsetto fu una sua idea: un orsetto con in mano una bottiglia di Molotov esprimeva molto bene quella miscela di duro e superficiale che era sostanzialmente l’ambiente dei free party. Eravamo gente piuttosto tranquilla, ma al tempo stesso partecipavamo alle dimostrazioni contro la Poll Tax e a Reclaim The Streets. Era un misto di tranquillità e militanza. […] L’orsetto con la molotov di Banksy diceva: “possiamo essere entrambe le cose. Preferiamo essere carini, però…”. (“Home Sweet Home”, Steve Wringht, p. 25)

L’opera venne realizzata in soli tre giorni, alla luce del sole. Il primo giorno venne dipinto il muro nero, poi venne realizzato l’orsetto e il terzo ed ultimo giorno i poliziotti e il lettering. Il graffito fu accettato e amato immediatamente dall’opinione pubblica probabilmente perché rispecchia lo spirito aperto e leggero dei bristoliani.

Banksy Bristol

Rose on a Mousetrap

Accanto a una porta blu, non molto distante da Mild Mild West, è possibile trovare il più piccolo graffito di Banksy a Bristol: “Rose on a mousetrap” (Thomas Street North BS2 8LX). Apparsa durante i primi anni 2000, quest’opera rappresenta una rosa adagiata in una trappola per topi. Su iniziativa dei residenti del quartiere, il graffito è stato incorniciato e protetto da atti vandalici. Fortunatamente.

The Grim Reaper

Sfidando il vento e la pioggia cammino lungo la wapping wharf alla ricerca del prossimo graffito. Arrivo, quindi, al M Shed Museum, uno spazio gratuito, come molti in Inghilterra, dove è possibile scoprire la storia “marittima” e “industriale” della città. Girando per le varie sale dedicate ai personaggi illustri di Bristol, al secondo piano dell’edificio, scopro il prossimo graffito di questo tour: The Grim Reaper (BS1 4RN).

Una notte ho dipinto il mio nome sulla fiancata di un night club galleggiante, a Bristol. Pare che al proprietario sia piaciuto parecchio e così, quando il comandante del porto l’ha [così si dice] ricoperto di vernice, il club ha minacciato di fargli causa. La cosa non ha avuto seguito, per cui sono tornato e ne ho fatto un altro sperando di attirare in trappola il comandante del porto, almeno questa volta si sarebbe preso una condanna in piena regola”. (Banksy, “Wall and Piece”, p.51)

Banksy aveva realizzato un primo graffito sulla facciata della discoteca galleggiante Thekla Social Boat nella primavera 2003. L’opera – rimossa nell’agosto del 2014 perché si stava deteriorando – raffigura uno scheletro intento a succhiare l’essenza vitale della terra: l’acqua. Il messaggio ecologista di Banksy è forte e chiaro. Ci ricorda che cosa succederebbe se continuiamo a sfruttare in modo incontrollato le preziose risorse del nostro pianeta. Siamo tutti sulla stessa barca!

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La ragazza con l’orecchino di perla

Proseguendo lungo il porto arrivo al prossimo graffito. “La ragazza con l’orecchino di perla” (BS1 6UU) realizzata nel 2014, rappresenta un “tentativo di smentita” da parte di Banksy della falsa notizia fatta circolare dal sito satirico americano “National Report”, secondo la quale l’artista inglese era stato arrestato dalla polizia di Londra.

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Con quest’opera, Banksy dimostrò il suo stato di libertà rendendo omaggio con ironia al celebre dipinto “La ragazza con l’orecchino di perla” di Johannes Vermeer. Sfruttò, quindi, la corrispondenza del gioiello con una centralina dell’allarme antifurto ADT in evidenza sulla facciata del palazzo e diede al graffito questo nome: “Girl with a Pierced Eardrum” (“La ragazza con un timpano perforato”). Durante la pandemia, sul volto della ragazza è apparsa una gigantesca mascherina azzurra.

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The paint pot angel

Tornato dal porto decido di andare al Bristol City Museum and Art Gallery, dove è conservata la celebre scultura “THE PAINT POT ANGEL” (BS8 1 RL). L’opera è situata nel cortile dell’ingresso del museo. Dietro la sua realizzazione si cela una storia che merita di essere approfondita.

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Nel 2009 Banksy aveva collaborato con il museo alla mostra “Banksy vs Bristol Museum” (per intenderci, quella con il furgone dei gelati bruciato nei giardini dell’ingresso). Tra le tante opere presenti alla mostra vi era anche la scultura dell’angelo, sulla cui testa Banksy aveva rovesciato un barattolo di vernice rosa. THE PAINT POT ANGEL divenne ben presto un’opera iconica per il museo che decise di mettere in vendita piccole stampe che la ritraevano a £ 5 l’una. Questa operazione fu organizzata senza l’autorizzazione di Banksy. Ne seguì una piccola controversia che portò al ritiro immediato delle stampe con tanto di scuse.

Well Hung Lover

Passeggiando su una delle vie principali della città (di fronte al Municipio, 7 Park Street, BS1 5HR) è facile imbattersi nella prossima opera di Banksy. Stiamo parlando di “Well hung lover”, il graffito realizzato nel 2006 sul muro del consultorio familiare di Frogmore Street “Brook Young People’s Clinic”, che raffigura un uomo nudo appeso a una finestra della sua amante mentre sfugge al marito di lei rincasato inaspettatamente. 

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Quando fu realizzata l’opera suscitò subito un acceso dibattito politico tra conservatori e liberal-democratici sulla sua rimozione. La questione venne subito risolta tramite un sondaggio online organizzato dal comune di Bristol. La vittoria di Banksy fu schiacciante: il 97% dei cittadini che parteciparono alle votazioni si espresse per mantenere il graffito sulla parete dell’edificio. Nonostante l’esito inequivocabile a favore dei sostenitori di Banksy, l’opera nel corso degli anni è stata più volte danneggiata con alcune macchie di vernice e con frasi offensive.

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“You don’t need planning permission to build castles in the sky”

Il centro di Bristol riserva grandi sorprese per i cercatori di graffiti come me. La prossima opera di Banksy si trova nascosta in un parcheggio vicino alla biblioteca della città (e questo non è affatto un caso). Si tratta di un pezzo di street art testuale lungo ben 2,5 metri che recita una frase piuttosto emblematica: “YOU DON’T NEED PLANNING PERMISSION TO BUILD CASTLES IN THE SKY” (41 Lower Lamb Street BS1 5QR).

Realizzato nel 2011, il graffito sembra avere la forma di un sorriso (le due prese d’aria poste l’una accanto all’altra rappresentano gli occhi). I proprietari dell’edificio hanno fatto collocare una porta al centro del testo sostituendo così una parte della citazione. Questa operazione ha modificato la perfetta simmetria del volto, ma non il profondo significato del messaggio: una “sorridente” esortazione per tutti i sognatori, i cercatori di bellezza e i nostalgici di storie mai vissute a non smettere mai di costruire castelli in cielo.


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