LUCA GRECO – l ratti di Banksy rappresentano ormai un’icona della street art internazionale. Londra ne conta molti esemplari. Durante il mio viaggio “alla scoperta di Banksy” a Londra ti racconterò quale significato si nasconde dietro queste rappresentazioni, ti parlerò della loro storia e ti svelerò dove trovare i graffiti meglio conservati.


Parigi 1981: i topi di Blek Le Rat
Esistono senza il consenso di nessuno. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in silenziosa disperazione tra il sudiciume. E tuttavia sono in grado di mettere in ginocchio intere civiltà. Se sei sporco, insignificante e senza amore, allora i ratti saranno il tuo modello” (Banksy, Wall and Piece, p. 95)
Per Banksy la razza umana è la specie più iniqua presente sulla Terra. Sia per quanto riguarda i soggetti rappresentati, sia per quanto riguarda la tecnica adoperata. Gli stencil di Banksy non sono un caso. La loro storia “rivoluzionaria” viene dal basso.
Come egli stesso ha più volte ammesso, si sarebbe ispirato all’artista francese Blek Le Rat:
Ogni volta che penso di aver dipinto qualcosa di leggermente originale, scopro che lo ha fatto prima Blek Le Rat. Solo vent’anni prima”.
Siamo nel 1981 e per le strade di Parigi iniziarono ad apparire piccoli graffiti di topi, nascosti negli angoli più bui della città. In quegli anni nella capitale francese si viveva un forte disagio sociale. La sua popolazione era letteralmente spaccata in due: alla società degli uomini si contrapponeva una società “sotterranea”, quella dei più svantaggiati. Come Banksy oggi (basti pensare alla sua attenzione costante rivolta nei confronti dei rifugiati), Blek Le Rat in passato scelse di omaggiare i più deboli, i più liberi. Attraverso le sue furtive incursioni per i sobborghi della capitale parigina, Blek Le Rat, contribuì rapidamente a porre sotto i riflettori dei media la questione sociale che si stava vivendo in città. Tutto questo avvenne grazie alla straordinaria forza comunicativa della tecnica degli stencil.
“I love Robbo Rat“: graffiti wars
La prossima opera che scopriremo è il frutto di una delle pagine più appassionanti della street art contemporanea. Nei primi anni 2000 Banksy ingaggiò una vero e proprio “duello” a colpi di bombolette per le strade di Londra con uno dei pionieri del genere in Europa: King Robbo. La faida tra i due iniziò ufficialmente quando Banksy decise di coprire una parte di uno storico graffito firmato da King Robbo. L’opera era stata realizzata nel 1985 sotto una stazione di polizia, nei pressi del Regent’s Canal.


In città sono ancora presenti molti altri segni di questa guerra dei graffiti: “I love Robbo Rat” (2004) rappresenta forse una delle migliori testimonianze ancora presenti nella città. Dipinto nei pressi di Chiswell Street a Islington (vicino al Barbican), il graffito di Banksy raffigura un topo del ghetto con in mano un cartello di denuncia, che originariamente voleva dire: “London doesn’t work” (“Londra non funziona”). L’opera fu presa di mira dal Team Robbo che decise di porre un tag in rosso proprio sul cartello con la scritta “I love London. Robbo”.


Trova “I love Robbo Rat” qui.
KEEP OU…
Non solo street art per i suoi topi. La vicinanza di Banksy alle questioni sociali e politiche si evince chiaramente anche nella prossima opera che andremo a scoprire. Ancora una volta il celebre street writer britannico mostra al mondo – dopo il poster “Vote to Love” dell’anno precedente – il suo disappunto nei confronti della decisione del Regno Unito di lasciare l’UE con una nuova opera per la Royal Academy of Arts.




“Keep Ou..” è l’opera per eccellenza anti-Brexit dello street artisti inglese. L’istallazione, ricavata da un arco doganale recuperato dall’aeroporto di Heathrow, rappresenta il Gate di arrivi dall’Unione Europea. All’interno di questa rappresentazione il topo di Banksy si appropria della “T” della scritta “Keep Out”, per scardinare il lucchetto che chiude il passaggio. L’opera è stata esposta nella prestigiosa 251st Summer Exhibition della Royal Academy di Londra, curata dal pittore britannico contemporaneo Jock McFadyen.
Trova “Keep Ou…” qui.
I ratti di Banksy contro il covid nella metro di Londra
Un topo usa il disinfettante, un altro indossa la mascherina come paracadute, un altro ancora starnutisce spargendo le goccioline virali in giro per il vagone della metro… È in arrivo l’invasione dei ratti anti covid nella metro di Londra.
A luglio del 2020 un video pubblicato su Instagram mostra Banksy (bardato con uno scafandro molto simile a quello utilizzato nei reparti delle malattie infettive) all’opera sulle note del brano hit del 1997 “Tubthumping” dei Chumbawamba con la scritta I get lockdown.




Una vera e propria esortazione a resistere contro la pandemia. Un messaggio forte e chiaro: tutti i topi sembrano lanciare un monito ai milioni di londinesi che si assembrano quotidianamente in metro a “indossare la mascherina”. L’opera durò poche ore: proprio come il celebre quadro di Banksy che si è autodistrutto dopo esser stato battuto da Sotheby’s, i ratti anti covid furono immediatamente rimossi dal personale delle pulizie della London Underground.