“Scheletri”: il racconto pulp atipico di Zerocalcare

“Scheletri” (Bao Publishing) è un racconto di Zerocalcare in cui l’autobiografia del popolarissimo fumettista romano e la fiction si mescolano per dar vita a una storia pulp, degna di quelle raccontate dai film di Quentin Tarantino. Il protagonista del racconto è un diciottenne (l’alter ego dell’autore vent’anni prima) che ogni mattina, invece di andare all’università, si reca alla metro B di Roma per evadere dal mondo. Le sue giornate sembrano trascorrere tutte allo stesso modo, fino a quando non incontra Arloc, un giovane ragazzo con il quale si trova a condividere le propri “demoni”, le preoccupazioni e le ansie per non essere in grado di affrontare la vita. L’incontro darà una forte scossa al racconto, mostrando una realtà ancora più cruda e difficile da sconfiggere…

Lo scenario entro il quale si svolgono le vicende del giovane Zerocalcare è, infatti, un mondo oscuro e brutale, caratterizzato da abusi e violenze. Arloc ha una vita piuttosto complicata: ha una famiglia completamente inesistente, difficoltà a relazionarsi con gli altri e un lavoro come spacciatore.

Ma c’è dell’altro. A distanza di vent’anni tante cose sono cambiate e alcuni dei suoi amici sono andati via. Zerocalcare si trova a rivivere le emozioni del passato per tracciare un bilancio della sua vita presente. E lo fa in modo diretto e sincero. Senza filtri.

È facile riconoscersi nelle paure e nei profondi monologhi interiori che Michele Rech fa intorno al tema della crescita personale derivante soprattutto dai fallimenti e dagli errori giovanili. Crescere in fondo significa anche fare i conti con gli “scheletri” del proprio passato, con le proprie ansie e le proprie paure che ci ossessionano “come fosse una macchia sulla camicia bianca della nostra vita”. “Scheletri” rappresenta per l’autore un momento di profonda riflessione sulle proprie scelte passate, spesso troppo complicate, che hanno condizionato in maniera decisiva la sua vita attuale.

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