LUCA GRECO – Ognuno di noi, in ogni istante della propria vita viene chiamato a sperimentare il mistero del tempo. Nel corso della storia dell’uomo intere generazioni di filosofi, matematici, fisici, poeti, artisti e scrittori hanno cercato di raccontarlo attraverso varie forme e declinazioni.
All’interno del suo libro “L’ordine del tempo” (Adelphi, 2017) il fisico teorico Carlo Rovelli accompagna il lettore in un viaggio straordinario che si snoda su tre significativi passaggi della storia della fisica: da Newton ad Einstein il significato del tempo cambia, si rinnova. Con la meccanica quantistica assistiamo addirittura al suo stravolgimento. E oggi, come stanno le cose se si guarda alle teorie di frontiera come la loop quantum gravity?
Rovelli ha avuto il grande merito di gettare luce (con chiarissimi esempi corredati da illustrazioni grafiche) su ciò che il mondo della fisica ha espresso intorno a questo concetto. Nelle equazioni di Newton il tempo era costantemente presente, mentre oggi nelle equazioni fondamentali della fisica il tempo sembra addirittura sparire. Passato e futuro non vengono più contrapposti.
Il fisico italiano spoglia il tempo da tutte quelle caratteristiche che gli vengono solitamente attribuite (per es. che sia uguale per tutti, che sia orientato verso il futuro, che vada a una velocità regolare e così via…).
La consapevolezza del tempo passa attraverso la nostra percezione dei cambiamenti. Decidere di affrontare questo tema significa per molti aspetti parlare dell’esistenza dell’uomo, della vita e della morte (intesa come “sorella del sonno” e assenza di cambiamenti), della coscienza. Per studiare il tempo si finisce, quindi, per conoscere meglio noi stessi.
Tanti, infatti, sono i parallelismi filosofici che il fisico italiano traccia con alcuni grandi maestri del’900, come Leibniz, Heidegger e Bergson. Sia in fisica, sia in filosofia, infatti, quando si vuol parlare di tempo non ci si riferisce mai a un concetto unitario: la sua multiforme (stratificata) natura rende praticamente impossibile operare una sintesi e quindi fornire una sua definizione esaustiva. Il tempo altro non è che la nostra approssimazione della realtà.
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